Mauro

 

Voglio scrivere qualche riga per ricordare una di quelle poche persone che meritano di essere ricordate; una di di quelle persone che non capita spesso di conoscere, ancora meno di condividerci qualcosa di importante.
Ho incontrato Mauro nel 2009, poco prima che il terremoto del 6 aprile cambiasse la vita degli aquilani. Entrò a far parte dei Punto Radio in seguito all'uscita di Daniele, il chitarrista ritmico, trasferitosi a Milano per motivi lavorativi. Nel mio piccolo mondo musicale ho avuto sempre a che fare con chitarristi dilettanti e autodidatti, tutti accomunati dagli stessi limiti e difetti. L'unico indice per classificarci si basava sulla rapidità e fedeltà di esecuzione dei pezzi rock classici. Anche Mauro era un dilettante autodidatta, ma era diverso... benché fosse un buon esecutore, molto pulito anche nei soli, lo vedevi muoversi agevolmente in qualsiasi contesto rompendo quegli schemi tipici che riconosci negli autodidatti come te. Inoltre sembrava avere a disposizione un repertorio pressoché illimitato, tanto che cominciammo a chiamarlo Juke Box. Che avesse qualcosa di speciale lo capii subito alla prima prova, quando gli dissero che avevo una spiccata preferenza per i Deep Purple: tra tutti i pezzi famosi in circolazione, scelse proprio Lazy! Non una banale Smoke on the water, una Black Night, o una Highway star... Lazy. Ne accennò l'inizio in un momento di pausa attirando la mia attenzione: mi voltai e lo vidi lì con il bending tirato sul Fa che mi guardava con un sorrisetto sotto i baffi... risposi proseguendo il riff... continuammo con un altro paio di botta e risposta. Mi aveva conquistato.

Non ricordo se abbiamo avuto il tempo di fare una seconda prova prima che la saletta venisse danneggiata seriamente dal sisma del 2009, ma negli incontri successivi, ammassati in un garage, Mauro continuò a stupirmi, dimostrando di imparare i pezzi in maniera completa, così come dovrebbe fare un vero musicista: conosceva la sua parte ma anche la mia (e fin qui ok), e poi sapeva le parti di basso e di batteria, probabilmente anche di tastiera... ed il testo ovviamente, costretti a provare senza cantante era lui a cantare lì dove necessario per sincronizzare il carrozzone. Ed ecco che, fino a ieri soddisfatto del proprio lavoro, ti ritrovi a fare un'alisi della tua crescita musicale: stai suonando con autodidatta come te, ma probabilmente fino ad oggi hai fatto tutto con superficialità e chiusura mentale, oppure è lui che ha qualcosa in più degli altri? Forse sono vere entrambe le affermazioni. Sarebbe stato bello collaborare più da vicino, magari incontrandoci di persona per dividerci le varie parti, purtroppo le nostre abitazioni sono a 40 minuti di macchina e questo ci costrinse ad avere una corrispondenza giornaliera con posta elettronica, limitando i nostri incontri musicali alle rigide sequenze della sala prove.

Ma parlare di Mauro come chitarrista è riduttivo nei suoi confronti. Dopo essersi laureato in ingegneria meccanica con il massimo dei voti ha cominciato una dura gavetta in una multinazionale (una delle poche rimaste) qui a L'Aquila, risparmiandoci di fatto il ripetersi della storia precedente e la ricerca di un nuovo chitarrista. Anche a lavoro ha saputo farsi apprezzare per le sue capacità e la sua serietà.
Da un tipo del genere ci si aspetta di solito che sia schivo e introverso o che abbia sviluppato qualche forma di disadattamento sociale... e qui sta la sorpresa... Mauro stava bene con tutti. Aveva sempre la battuta pronta, sapeva fare le imitazioni, trovava la soluzione ai problemi organizzativi tipici della comitiva, aveva insomma un ruolo attivo quando era in società.

Una volta suonammo al teatro, e la presenza di Andrea Braido attirò i media locali che vollero farci una breve intervista. Io e Mauro ci defilammo codardamente lasciando tutto in mano ad un Alfredo quasi afono e uno Jacopo inaspettatamente imbarazzato che esordì riprendendo la giornalista che ci aveva chiamato Punto Redio: - Innanzitutto Punto Radio...-.
Una volta procurataci la registrazione, di lì a poco ci arrivò uno strano file audio il cui mittente era Mauro e che cominciava con l'intervista di Jacopo per poi degenerare in un mix di mugugni, vocali tirate per prendere tempo e rimpalli di Punto Radio - Punto Redio. Si era messo a mixare il peggio dell'intervista del nostro tastierista con risultati esilaranti. Insomma con Mauro non ti annoiavi mai. E poi successe qualcosa di imprevedibile, qualcosa di impossibile, qualcosa che ancora oggi se ci ripensi rimani un attimo incredulo alla ricerca di qualcosa che non hai capito, come se ti fosse sfuggito un particolare che dia senso al tutto.
Purtroppo è tutto vero, ed un senso o un motivo non ci sono; perché non è che deve esserci per forza. Il 14 marzo del 2013, Mauro invia una mail con un suo parere sul da farsi per il concerto di beneficenza che avremmo avuto a breve e dove scrive come post scriptum, senza darci troppa rilevanza, che anche lui è rimasto a letto con l'influenza. A mezzanotte ricevo la peggiore telefonata della mia vita. Mauro era morto. Ucciso da un banale virus, che gli ha provocato un'emorragia interna.