Meng Amok

Meng Amok (Band)

 

Giuseppe A distanza di anni rileggo queste righe e trovo d'obbligo fare qualche modifica ma la breve storia dei Meng Amok resta ovviamente la stessa. All'epoca della prima stesura (2000) dicevo che a volte ci si riuniva per qualche manifestazione locale rimpiazzando qualche componente e che comunque speravo un giorno si potesse ricominciare di nuovo. Adesso si può dire che il gruppo sia ormai soltanto un ricordo di gioventù che ha lasciato unicamente un paio di pezzi inediti e altro materiale a volte registrato con mezzi di fortuna, a volte affidato alla memoria dei componenti. Ma forse, anche se non eravamo certo dei fenomeni, ha lasciato qualcosa anche a quei pochi spettatori intervenuti nelle rade performance effettuate in circa 3 anni e qualcosa. Ci è capitato più di una volta infatti di parlare con qualcuno di musica per poi sentirlo raccontare di un gruppo che suonava i Deep Purple e i Pink Floyd per scoprire infine che si stava riferendo a noi. Non si ricordano le facce, di sicuro non lo strano nome della band, però gli indizi sono una chitarra rossa, il locale ed i pezzi; qualcuno ci ricorda anche come il primo gruppo che ha suonato Mistreated qui a L'Aquila.

Questo tizio in alto a sinistra, che con fraudolenza imbraccia una chitarra mazziniana non di nostra proprietà (come tutto quello che vedete del resto) è Giuseppe, bassista e P.R. del gruppo, che per l'impegno speso nell'organizzare, comporre, reperire nuovi elementi (sembravamo un porto di mare), caricare e scaricare gli strumenti... si merita di essere messo in prima posizione, anche perché questa è la prima foto in ordine cronologico che è in mio possesso.
 Il lugubre posto dove Giuseppe posa ignaro delle enormi ragnatele che incombono se di lui e che ho cancellato con il fotoritocco, è il beneamato Circolo Ricreativo P. Annibale, del quale abbiamo ottenuto la galleria dopo  difficili battaglie socio-politiche. I primi anni li abbiamo passati suonando in tre in questo posto (io, Giuseppe e il primo batterista Massimo) cercando di imparare ad usare ognuno il rispettivo strumento. É incredibile come ad un certo punto si crei un feeling tale che due persone, non conoscendo una sola nota oltre il terzo tasto delle ultime due corde, ad un certo punto riescano ad improvvisare senza produrre dissonanze letali... anzi, qualcosa è stata anche messa da parte.

Dopo circa un anno di attività, durante il quale suonavamo principalmente cover dei Guns'n'Roses,  Metallica, Nirvana e AC/DC, comiciammo ad orientarci verso i Pink Floyd, grazie anche all'acquisto di una pedalierina multieffetti indispensabile per questo tipo di cover. In realtà io avevo comprato la chitarra per suonare i Deep Purple, ma non eravamo ancora pronti. Certo non abbiamo mai mancato di suonare Stairway to Heaven dei Led Zeppelin e Smoke on the water, ma se la prima in qualche modo, anche se impegnativa, veniva fuori bene, la seconda non era che un capriccio. Le foto qui (sopra e sotto) ci ritraggono durante la manifestazione Amos Spring Festival, nel marsicano. Siamo stati anche ripresi da una emittente televisiva molto locale, presentati da un tizio che ha fatto più strada di noi visto che poi l'ho beccato a fare televendite sulle reti nazionali. Per l'occasione suonammo The Wall.  Il tizio in maglietta bianca al microfono non faceva parte del gruppo ma era il nostro biglietto d' ingresso per la manifestazione e dunque gli facemmo fare il coretto con Gianluca (il cantante). Invece dei bambini avevamo la voce di un orco ma chi se ne frega. Quel giorno suonammo in sette, una specie orchestra, un record mai ripetuto (per fortuna).
Che ne dite di questa esecuzione di Gianluca? (foto a sinistra) Gli hanno puntato la macchina del fumo contro e gli hanno sparato addosso tutto quell'olio maleodorante... porca eva!

Dopo l'Amos Spring Festival, rinominato egocentricamente Amok Spring Festival, ci fu un periodo di cambiamento e di nuova instabilità, infatti eravamo rimasti in tre (io, Giuseppe e Gianluca), dopo tanto tempo avevamo perso anche Massimo (per forze maggiori). Ma non tutti i mali vengono per nuocere... Sonny Il losco figuro nella prossima foto si chiama Sonny, ritratto (come tutte le foto successive) durante una serata al locale Il Clarinetto nel bel mezzo di un assolo (a giudicare dal basso lasciato sul cavalletto). Sonny veniva da una esperienza musicale ben più matura e lo si capiva anche dalla sua impostazione jazz nell'uso delle bacchette. Studiando ingegneria a L'Aquila, aveva interrotto tutte le sue attività musicali. All'inizio i Meng Amok per lui erano solo un ripiego, ma abbiamo suonato insieme per un bel po'.
L'arrivo di Sonny costrinse il gruppo ad un netto miglioramento tecnico e ad una radicale ripianifiacazione del repertorio: Pink Floyd, Led Zeppelin e......Deep Purple!!! (il mio sogno si avvera)   Banditi i Nirvana, Guns e Metallica... Sonny è sempre stato un tipo conservatore, malato per il blues e convinto che tutti i virtuosi del prog e metal moderni non siano altro che delle specie di expander midi, freddi e prevedibili.

Massimo

Dopo aver cercato inutilmente un tastierista adatto alle nostre esigenze, disperati, ci rivolgemmo a Massimo, immortalato qui di fianco in un momento mistico, il quale aveva già espresso circa un anno prima la volontà di suonare in un gruppo. Vista la precedente fallimentare esperienza con un quasi diplomato al conservatorio eravamo piuttosto scoraggiati. Vi lascio immaginare poi quando vedemmo entrare Massimo nel circolo con in mano una tastiera di poco più che due ottave e con tasto sorretto da un pezzo di nastro adesivo. Aveva anche una tastiera decente. L'atmosfera cambiò totalmente quando cominciò a suonare.  Massimo ci propose un arrangiamento di Stairway to heaven molto bello. Sembrava conoscere alla perfezione tutti i pezzi dei Pink Floyd e vi giuro che quella specie di diamonica rappezzata aveva un ruolo di tutto rispetto, prendeva accordi di undicesima senza sapere cosa fossero... era proprio il tastierista che faceva per noi.

Il gruppo era finalmente pronto per ricominciare... a proposito, non ho parlato dell'altro chitarrista: fino all' Amos Spring Festival (maggio 96) con noi c'era stato Danilo, l'unico che avesse studiato qualcosa, Meng Amok 97e che ci ha aiutato a partire. In seguito ('sto Amos Spring Festival sembra come l 'Anno Domini) si unì a noi Domenico, un altro autodidatta (i nostri preferiti) che nella foto a destra si intravede dietro Gianluca.
 Mi sono sempre chiesto che diavolo stessimo suonando in quel momento...bah... voi invece vi chiederete perché diamine io andassi in giro con quella pettinatura trascendente. Ma chiediamoci tutti quanti insieme cosa stesse frullando nella testa di Giuseppe che (ingrandendo la foto) pare colto da un infarto ascetico e prossimo ad una definitiva metamorfosi. Volendo infierire democraticamente su tutti devo ammettere che anche Gianluca c'ha una bella posa modello Pietà
Quell'anno suonammo parecchio in giro per i locali (relativamente alle possibilità che offre la nostra piccola provincia e dintorni ad un gruppo di dilettanti senza impresario), il repertorio presentato tendeva a selezionare una ristretta fascia di pubblico ma ci divertivamo comunque perché la gente sembrava apprezzare. Il motivo principale secondo me è il fatto che ci sforzavamo di rifare le cover più fedelmente possibile all'originale. Quella serata a "Il Clarinetto" fu molto bella, Sonny si divertì un mondo quando, dopo aver terminato l'assolo di Heartbreaker dei Led Zeppelin, invece di riattaccare con il pezzo proposi un giro blues al quale si unì per primo il violento (psichiatricamente) batterista come quando quei vecchi pugili rincoglioniti sentono suonare la campana e picchiano il primo che gli capita a tiro. "Alla faccia degli expander midi" pensava probabilmente soddisfatto quando sentì suonare quel pezzo senza sapere come fosse cominciato e quando sarebbe finito.
 Quella stessa sera rimasi con Domenico senza benzina sull'autostrada lungo la via del ritorno (uno dei tipici rischi che si corrono quando si è in sua compagnia), correre su un viadotto in corsia di emergenza verso la più vicina colonnina di soccorso senza neanche vedere dove si mettono i piedi non è una esperienza gradevole!! Rientrai a casa verso le sei e mezza di mattina, per poi andare all'università verso le nove a causa di una tesina in corso. Ancora c'ho sonno per allora.

Pape Satan!! Alepeppe!!

In seguito il servizio di leva ( all'epoca ancora obbligatorio ) costrinse Domenico ad interrompere i suoi impegni musicali lasciandomi per la prima volta nella posizione di unico chitarrista del gruppo. Ma a parte questo, che un po', devo dire la verità, mi spaventava, bisognò rimettere mano al repertorio che si ridusse praticamente a sole cover dei Deep Purple (chissà perché?!).

Passò un altro anno ma meno intenso del precedente, anche Giuseppe fu infine risucchiato dalla macchina militare, ponendo un definitivo punto alla storia. Provammo a cercare un nuovo bassista ma molto blandamente, le cose furono lasciate correre: "si... poi vediamo", "ti richiamiamo...." , "ci risentiamo" e così via. Io personalmente ero probabilmente il meno intenzionato a trovare il sostituto, per vari motivi: dovevo impegnarmi nei miei dannati studi universitari, mi stavo stancando di trasportare gli strumenti per andare a suonare i Deep Purple per gente che normalmente ascoltava i Take That e derivati e che ti guardava come se venissi da un altro pianeta, ma soprattutto non mi andava l'idea di girarmi verso il basso e non vedere la faccia di Giuseppe... non mi sembrava normale... Giuseppe intendo :-).

La storia dei Meng Amok non è tutto 'sto movimento infine... ma non è diversa dalla storia di tanti altri complessini, un gruppo di persone si riunisce e si impegna a fare qualcosa di costruttivo, accresce il suo bagaglio culturale, fa delle nuove e bellissime esperienze. Dedico questo spazio ai miei compagni di musica perché possano tornare a rileggere il loro passato quante volte vorranno, dovunque si trovino, e magari gli possa tornare la voglia di ricominciare a suonare, per la musica non si è mai troppo vecchi!
 Un'ultima foto, di gruppo questa volta!